8 maggio 2012

Fare o non fare???


Ho come la sensazione che a volte si debba prima di tutto imparare a distruggere, per poi poter ricostruire…. Lo so, lo so, la parola distruggere non è bellissima, ma rende abbastanza bene l’idea di ciò che intendo. Non penso certo ad un atto di violenza, bensì ad un atto di coraggio. In questi giorni ho visto persone rifiutarsi di prendere una decisione. Ma non scegliere è già una scelta. Non giusta, non sbagliata, non siamo qui per giudicare. Però è una scelta. E’ la scelta che porta al mantenere lo stato delle cose senza fare nulla per cambiarlo. Salvo poi dire “era inevitabile che andasse così”. Ebbene, io non sono d’accordo con la “non scelta”. Non sono d’accordo perché ci sono passata e mi rendo conto, ora, con il senno di poi, di quanto fossero le mie paure, i miei schemi mentali e i miei personali “incubi e deliri” a tenermi per il bavero della maglietta. La verità poi, è che non scegliere, non cambiare, non agire, ci mette nella posizione comoda di vivere ciò che si conosce, avendo in più il bonus (vantaggio) di poterci lamentare di ciò che non và. Così almeno ci sentiamo compresi. Quando infatti usciamo fuori e diciamo agli altri, siano essi amici, vicini, parenti o semplici sconosciuti, cose come “eh sa com’è, il governo è così e resta così…. – la malattia mi è venuta e mi tocca tenerla… - non sa che angoscia con mia moglie, ma stiamo insieme, ormai, che vuole che faccia…- sono i giochi della politica, non cambieranno mai.” ci prendiamo il nostro posto nel mondo delle “vittime”, ci ritagliamo un ruolo, un riconoscimento, otteniamo perfino qualche “poverino” che mai guasta per farci sentire compresi……e in più ci togliamo dalla bruttissima posizione che hanno le persone di potere….. quella posizione che si traduce in una semplice frase che vi regalo tanto per scrollarvi un po’: “se io posso cambiare le cose che non mi piacciono allora si presume che prima o poi io mi alzi dalla sedia per farlo”. Dunque, dicevamo che ci sono passata…. Proprio così. Sono stata anche io una campionessa del quieto vivere. Non osavo cambiare le cose che non amavo e mi ripetevo che tutti i miei guai erano esterni a me. Mi sentivo intrappolata e incapace di cambiare gli eventi. Finché non mi sono detta che forse, dopotutto, sarebbe stato più fruttuoso usare la logica e fare una lista. Anzi due. Allora se pensate di essere fra quelle persone che si ritrovano a dire “ah ma la cosa X è così e io non ci posso fare nulla perché va così/è andata così e non posso proprio intervenire” vi do un suggerimento. Chiedetevi se è vero. Fate una lista di tutto quello che non vi piace. Fate una lista di tutto ciò che non volete, che cambiereste, che vorreste diverso. Poi, per ognuno degli elementi messi nella prima lista fate un elenco di possibili passi che potete fare per cambiare le cose. Anche se sono  piccoli, anche se sono minuscoli, anche se vi sembrano insignificanti, stupidi o inutili fate una lista di passi concreti e reali che potete fare in un tempo che va da subito ad un settimana. Mi raccomando però, devono essere passi concreti e reali e devono dipendere solamente da voi. Vi faccio un esempio. Immaginate di avere un lavoro che odiate. Un capo che vi sta antipatico. Un ruolo che non vi soddisfa. Nella lista numero uno mettete “IL LAVORO”. Nella lista numero due mettete cose come:
1 scrivere un curriculum
2 parlare con il capo per farmi dare un incarico migliore
3 parlare con la collega per vedere se possiamo scambiarci dei compiti
4 iniziare a guardare su internet nuove offerte di lavoro
5 parlare con il capo per aver un confronto costruttivo e reimpostare le cose.
Una volta messe nero su bianco delle opzioni concrete di cambiamento potreste rendervi conto per la prima volta che non avete mai messo mano al piccone, per smantellare quello che non và, solo perché non vi eravate resi neppure conto che era in vostro potere farlo.
Spesso è utile imparare a “distruggere” le nostre idee su noi stessi e sul mondo, per poi essere in grado di costruirne di nuove.

1 commento:

  1. Dici bene. Tutti noi, in realtà, possediamo uno spirito divino che ci consentirebbe, se SOLO VOLESSIMO, di accedere all'abbondanza universale. Spesso, però, succede che, vuoi per convinzioni limitanti, vuoi per un puro spirito di apatia, non si fa nulla di quello che magari si potrebbe realizzare con risultati volti ad esprimere al massimo le nostre potenzialità sopite da una mente paurosa e piena di paure dei giudizi che scaturirebbero dalle scelte prese. Solo uscendo dal mentale ed osservando i nostri processi di pensiero si potrà poi scegliere se smetterla di fare le vittime e, una volta dismessi gli abiti a noi non consoni, realizzare le nostre potenzialità illimitate delle quali l'universo ci ha, incondizionatamente e indistintamente dotati.

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