30 dicembre 2012

Apriamo le porte al nuovo

Il momento di passaggio fra un anno è l'altro è solitamente anche un momento tipico per i bilanci.
Ci troviamo spesso a chiederci che cosa abbiamo fatto, cosa potevamo fare, cosa avremmo dovuto fare.
Molto spesso ci capita di scontrarci con una realtà diversa da quella che vorremmo davvero e ci chiediamo come sia mai possibile che un nuovo anno sia passato senza che le cose siano migliorate, se non sono addirittura peggiorate rispetto ai nostri intenti, programmi e disideri.
La verità è che come disse un saggio una volta non si possono mai ottenere risultati differenti e soluzioni ai problemi adottando le stesse strategie comportamentali che ci hanno causato sofferenze e disagi. Quindi se le cose, in qualche campo della nostra vita, non sono come vorremmo, è ora di partire con un piede NUOVO.
Intendo dire che se vogliamo che nel nuovo anno qualcosa cambi e magari non è neppure la prima volta che ci troviamo a formulare questo desiderio dobbiamo trovare un nuovo modo di fare le cose, agire, e anche pensare, dato che sono proprio i nostri pensieri che attirano la realtà intorno a noi.

Un suggerimento che mi sento di dare è di CHIUDERE CON IL PASSATO...
Almeno in maniera simbolica è possibile lasciarsi alle spalle ciò che non vogliamo più portare con noi semplicemente scrivendolo su un foglietto e trovando il tempo, nella giornata di domani, di bruciarlo all'aperto, lasciando che le ceneri si disperdano nell'aria e sulla terra. Questo contribuirà a far si che la nostra mente cominci a recepire che alcune cose vanno lasciate nell'anno vecchio, e non portate con noi, come graziose ma pesanti valige che ci zavorrano, anzichè farci procedere liberi su nuovi sentieri.

Il secondo suggerimento è FOCALIZZARE GLI OBIETTIVI. Anche se so di averne già parlato (e per questo rimando agli articoli precedenti) non mi stancherò mai di ripetere quanto è importante darsi una direzione. Quello che tutti facciamo, molto spesso, è focalizzare la nostra attenzione su ciò che non vogliamo più, ma così facendo limitiamo il nostro potenziale, perchè la nostra energia resta comunque stagnante, incanalata verso ciò che desideriamo abbandonare, anzichè verso ciò che vogliamo. E' invece molto importante non agire per opposti. Anzichè pensare a cosa non vogliamo, iniziamo a concentrare tutte le nostre energie e i nostri pensieri su QUELLO CHE VOGLIAMO DAVVERO PER NOI. Come buon auspicio è possibile scrivere su un nuovo foglio anche tutto ciò che vogliamo, se abbiamo tempo anche con dovizia di particolari. Più tempo impieghiamo a descrivere ciò che desideriamo avere, infatti, più investiamo nella sua realizzazione, perchè questo ci consente di focalizzare nei minimi dettagli i nostri desideri e di direzionare la nostra attenzione su di essi. Questo secondo foglietto potete bruciarlo, per lanciare la vostra intenzione nell'universo, nel corso dei primi giorni del nuovo anno.

Un bel gioco, che può essere condiviso anche con gli amici, i patner o perchè no, persino i figli è realizzare la PROPRIA SCATOLA DEI DESIDERI PER IL NUOVO ANNO. E' sufficiente prendere una scatola di cartone, tipo scatola da scarpe, ma se preferite anche un contenitore di plastica o del materiale che più vi aggrada. Potete decorarla come volete, secondo il vostro gusto affinchè risulti per voi BELLA. Quando avete finito di abellire la vostra scatola potete RIEMPIRLA DEI VOSTRI DESIDERI, sotto forma di scritti, foto, immagini, disegni, canzoni, oggetti che rappresentino ciò che volete... (Ad esempio una mia amica aveva posto all'interno della sua SCATOLA DEI DESIDERI l'immagine dell'abito da sposa che desiderava indossare, un libro che parlava del lavoro che desiderava fare e un ciuccio perchè voleva dei bambini. Prometto di raccontare le sua storia se mi da il permesso!!:-)). I bambini intenti a riempire le loro scatole dei desideri sono stupefacenti per la loro capacità di credere senza filtri... dovremmo prendere esempio..

L'ultimo suggerimento, ma non meno importante degli altri, che voglio dare, in chiusura di questo articolo, è di METTERE IN CIRCOLO ENERGIA NUOVA. Anche se vi sentite tristi, avete delle questioni da risolvere, anche se vi sembra di non avere risorse, NON FERMATEVI. Le cose possono cambiare solo se noi tiriamo i dadi e giochiamo la partita della vita, non se ci fermiamo e ci lasciamo vivere...Comprate o prendete in prestito un nuovo libro, iscrivetevi ad un corso, accedete a risorse gratuite sul web, partecipate ad attività che si svolgono nei vostri comuni, fate beneficenza, andate a trovare qualcuno che non vedete da tempo, conoscete gente nuova, cercate qualche spunto per realizzare una nuova ricetta di cucina, provate a dipingere, fate una passeggiata nella natura, imparate qualcosa di nuovo....ecc.ecc.... Queste sono solo alcune idee che mi vengono ora, ma sono certa che ognuno di voi sentirà qual'è il modo più vitale per lui/lei per far scorrere energia nuova e potete credermi, quando si ha il coraggio di provare qualcosa di nuovo fioriscono le meraviglie!!!

Augurandomi che i miei suggerimenti possano esservi utili, FACCIO A TUTTI I MIEI AUGURI PER UN 2013 CONSAPEVOLE E PIENO DI AMORE DA DARE E DA RICEVERE.

E ricordate, anche se volete provare quanto ho suggerito in un altro momento dell'anno non c'è problema. E' sempre il momento buono per cambiare, se lo desideriamo.

MUOVETE ENERGIA E SEGUITE L'ONDA...

Con amore.
Virna



19 dicembre 2012

Le parole che non ti ho detto.

A volte, in un passato neanche molto lontano, mi e' capitato di restare imprigionata nei miei stessi pensieri, lacerata da cio' che provavo nel pensare a tutte le parole che non avevo detto. A quelle che avrei voluto dire. A quelle che avrei potuto non dire. La verità e' che spessissimo la nostra tristezza, i nostri "malesseri" hanno a che vedere con qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle, molte volte qualcosa di irrisolto. Sovente quel qualcosa assume la forma di una zavorra che non ci permette di volare liberi e di realizzare ogni giorno della nostra vita al pieno delle nostre potenzialità'. Oggi un insegnante e un uomo che stimo ha scritto una frase molto bella. L'inizio di tale frase era: " se siamo tristi stiamo vivendo nel passato.... " In effetti la tristezza spesso si manifesta quando abbiamo lasciato una parte di noi nel nostro passato. Ogni volta che nella nostra vita ci imbattiamo in un evento che non corrisponde alle nostre aspettative, che rompe il corso che la nostra esistenza ha avuto fino a quel momento, che assume ai nostri occhi e nella nostra percezione delle cose il ruolo di evento traumatico, che non riusciamo a elaborare, allora e' come se una parte di noi si staccasse e restasse chiusa in un castello, come la principessa rapita dal mago cattivo, senza poterne piu' uscire. In quel preciso istante iniziamo a cedere una parte della nostra energia vitale, che si disconnette da noi e si cristallizza in un momento altro, rispetto al presente che viviamo. Ovviamente tutto ciò non e' un bene per noi. Soprattutto quando, oltre alla tristezza, ci portiamo dietro un carico di dolore, rabbia, paura di riprovare lo stesso "dolore" e altre emozioni " sintomo" che compromettono il nostro benessere. Ma che cosa possiamo fare per ricucire la distanza fra la parte di noi che abbiamo "lasciato indietro" e il nostro vero io??? A tal fine sono utilissime e hanno effetti sorprendentemente rapidi e duraturi le tecniche energetiche, come l'Eft, Set, Logosintesi e altre. Ognuno può trovare facilmente quella che più risuona ed e' la più adatta a se'. Ma se nell'esatto momento in cui state leggendo questo articolo avete in mente proprio "le parole che non avete detto" allora forse sarebbe il caso di dirle. Si! Ho scritto proprio così. In fondo penso che non sia mai troppo tardi per dire ciò che sentiamo di voler dire. Ma come fare? Forse le persone con cui vorremmo parlare saranno nel frattempo uscite dalle nostre vite.. Forse la persona cara cui vorremmo parlare non c'è più... Forse la persona verso cui proviamo ancora rancore e' lontanissima da noi e anche se noi stiamo cedendo la nostra energia da un secolo o due per un torto subito da lei/lui, magari quella persona continua inconsapevole la propria esistenza e manco si ricorda chi siamo... Beh la soluzione e' una bella lettera.... Una lettera in cui scrivere tutte le cose che non avete detto, tutte le cose che avreste dovuto dire, e magari anche delle scuse per le cose che avete detto in più... OVVIAMENTE LA LETTERA NON LA DOVETE SPEDIRE. Soprattutto se piena di rabbia o se assume il carattere di uno sfogo per un torto ricevuto. Pero' la dovete scrivere di cuore, esprimendo tutti voi stessi, tutto ciò che vi sentite di dire, per così dire: la vostra versione della storia!!! Dopo averla scritta vi invito a lasciarla nel cassetto per un giorno o due. Trascorso questo tempo potete tirare fuori la lettera dal cassetto, provare a immedesimarvi mentalmente con la persona cui avete scritto e leggerla. Quindi, sempre restando nella posizione percettiva dell'altra persona, dovreste rispondere alla prima lettera con un'altra, proprio come se foste lui/lei che scrive a voi. Quando avete finito piegate il foglio su cui avete scritto la lettera senza rileggerla. Comprate una busta, un francobollo e speditevela con posta ordinaria. Non importa quanto la lettera ci metterà ad arrivarvi. Quando la troverete nella cassetta della posta apritela e leggetela, proprio come se non l'aveste scritta voi. Sono sicura che vi sembrerà strano ma questo semplice esercizio e' molto utile per distaccarsi dalla propria visione delle cose e cominciare ad acquisire nuove prospettive su eventi passati a volte anche molto dolorosi. Ovviamente se avete una conoscenza di tecniche energetiche (e se non l'avete potete impararne alcune di molto semplici gia' leggendo i miei post precedenti su Eft e Set e scaricando materiale gratuito dalla rete) potrete abbondantemente farne uso per trattate tutto cio' che dovesse emergere. Se poi, dopo avere sperimentato quel che vi suggerisco in questo articolo, vi andasse di condividere le vostre impressioni e sensazioni sarà mio piacere leggerle.

1 dicembre 2012

A volte la X è proprio il posto dove scavare....sindrome degli antenati e dintorni




Il titolo del post di oggi ha a che fare con la mia passione per l’archeologia e con i film di Indiana Jones…
Mi ricordo con estremo piacere l’espressione di Harrison Ford quando, nei panni del serio insegnante, ripeteva alla classe che “la x non indica mai il punto dove scavare… quindi scordatevi dei film” salvo poi, più avanti nella pellicola, recuperare il Santo Graal solo grazie ad una provvidenziale serie di mattonelle disposte ad X in una chiesa…
Utilizzando tante diverse tecniche di auto aiuto e facendo anche alcune sessioni con operatori, per superare alcuni “scogli” mi sono resaconto che non sempre è necessario “scavare”.
Non siamo sempre tenuti, per sciogliere le nostre zone d’ombra, ad andare a scavare nel passato e nelle storie familiari. Non è necessario riconnettersi al “trauma” nostro o dei nostri antenati, che chiamerei il “trauma originario”, MA PUO’ ESSERE MOLTO UTILE.
La psicogenealogia, o psicologia transgenerazionale è nata sostanzialmente grazie al lavoro della psicologa Anne Ancelin Schützenberger,considerata la fondatrice della materia. Essa studia tutte le relazioni fra noi e i nostri avi, come una sorta di “rapporti tessuti con fili invisibili”…che possono influenzare le nostre vite e ripercuotersi sul nostro benessere fisico, emotivo e psicologico. Nel suo libro, la Sindrome degli antenati, e negli altri testi da lei scritti, la terapeuta francese (della quale vi consiglio i video su youtube) spiega come a volte, anche a distanza di molte generazioni, la vita delle persone sia condizionata da traumi, lutti, eventi irrisolti, segreti non detti.Tutta questa sommatoria di vissuti, se non elaborati, formano come delle catene invisibili che finiscono per essere tramandate in eredità, un po’ come i caratteri somatici, e vincolano l’esistenza dei discendenti, privandoli di libertà e della possibilità di essere autenticamente se stessi. Quando parlo di essere autenticamente se stessi mi rifaccio nuovamente alla Schutzenberger che ha giustamente sottolineato, in più di una intervista, che “essere liberi è scoprire cosa si è e incarnare questo, magari in modo inedito”, anziché fare ciò che vogliono che facciamo i nostri genitori o il contrario per protesta. Paure irrazionali, insicurezze, ma anche patologie vere e proprie, a volte potrebbero essere il risultato di una mancata elaborazione di eventi capitati ai nostri avi, trasmessi attraverso lo spazio e il tempo mediante una sorta di contenitore psichico universale (concetto che si avvicina molto all’idea dell“l’inconscio collettivo” di Jung). Sempre secondo gli studi della Schutzenberger “è come se tutti noi fossimo in una matrice, che genera, come uno stampino, permettendo la ripetizione di comportamenti e di immagini”. Le nuove teorie della fisica forniscono molte ipotesi su come si potrebbero ripensare i concetti di spazio e tempo, ma al di là del motivo e del modo, che ancora non sono stati identificati  e provati, pare, per riassumere, che si possa verificare il ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione, a volte dando addirittura vita ad un fenomeno detto Sindrome da anniversario (quando unevento, in una generazione, si verifica nella stessa data, oppure, per il singolo soggetto, alla stessa età di un avo al verificarsi dell’evento primario cui il secondo evento è agganciato. Es: stato ansioso in una nipote nei giorni in corrispondenza della tragica morte nel nonno in guerra trent’anni prima). In poche parole è come se ci fosse una memoria ereditaria degli eventi che si trasmette inconsciamente da avo a discendente e così via, in uno speciale gioco di incastri proprio di ogni famiglia. Secondo il principio delle costellazioni familiari, infatti, ogni famiglia è un sistema a se stante, come una costellazione, dove ogni individuo è allo stesso tempo elemento autonomo (come una stella), ma anche collegato a tutti gli altri..
Questo sistema ha un proprio vissuto, un proprio archivio di credenze, un patrimonio di dolore, di non detto, di irrisolto, di colpe, diferite e di sofferenze che vanno elaborati e lasciati andare, per poterci godere la nostra vita liberi dalle catene del passato, magari grazie a tecniche come lo Psicodramma, le Costellazioni familiari o AGER.
Insomma, per concludere, sebbene non sia assolutamente necessario scavare nel passato proprio o degli avi, a volte può essere molto utile farlo, soprattutto in caso si vogliano sbloccare situazioni inspiegabilmente stagnanti o fermare una “catena di eventi sempre uguali”, perché un determinato evento primario, o persino quel “non detto”, quel segreto taciuto a tutti i discendenti per vergogna che rappresentano simbolicamente“una grande X” per la nostra famiglia, sono proprio il posto dove scavare…