1 dicembre 2012

A volte la X è proprio il posto dove scavare....sindrome degli antenati e dintorni




Il titolo del post di oggi ha a che fare con la mia passione per l’archeologia e con i film di Indiana Jones…
Mi ricordo con estremo piacere l’espressione di Harrison Ford quando, nei panni del serio insegnante, ripeteva alla classe che “la x non indica mai il punto dove scavare… quindi scordatevi dei film” salvo poi, più avanti nella pellicola, recuperare il Santo Graal solo grazie ad una provvidenziale serie di mattonelle disposte ad X in una chiesa…
Utilizzando tante diverse tecniche di auto aiuto e facendo anche alcune sessioni con operatori, per superare alcuni “scogli” mi sono resaconto che non sempre è necessario “scavare”.
Non siamo sempre tenuti, per sciogliere le nostre zone d’ombra, ad andare a scavare nel passato e nelle storie familiari. Non è necessario riconnettersi al “trauma” nostro o dei nostri antenati, che chiamerei il “trauma originario”, MA PUO’ ESSERE MOLTO UTILE.
La psicogenealogia, o psicologia transgenerazionale è nata sostanzialmente grazie al lavoro della psicologa Anne Ancelin Schützenberger,considerata la fondatrice della materia. Essa studia tutte le relazioni fra noi e i nostri avi, come una sorta di “rapporti tessuti con fili invisibili”…che possono influenzare le nostre vite e ripercuotersi sul nostro benessere fisico, emotivo e psicologico. Nel suo libro, la Sindrome degli antenati, e negli altri testi da lei scritti, la terapeuta francese (della quale vi consiglio i video su youtube) spiega come a volte, anche a distanza di molte generazioni, la vita delle persone sia condizionata da traumi, lutti, eventi irrisolti, segreti non detti.Tutta questa sommatoria di vissuti, se non elaborati, formano come delle catene invisibili che finiscono per essere tramandate in eredità, un po’ come i caratteri somatici, e vincolano l’esistenza dei discendenti, privandoli di libertà e della possibilità di essere autenticamente se stessi. Quando parlo di essere autenticamente se stessi mi rifaccio nuovamente alla Schutzenberger che ha giustamente sottolineato, in più di una intervista, che “essere liberi è scoprire cosa si è e incarnare questo, magari in modo inedito”, anziché fare ciò che vogliono che facciamo i nostri genitori o il contrario per protesta. Paure irrazionali, insicurezze, ma anche patologie vere e proprie, a volte potrebbero essere il risultato di una mancata elaborazione di eventi capitati ai nostri avi, trasmessi attraverso lo spazio e il tempo mediante una sorta di contenitore psichico universale (concetto che si avvicina molto all’idea dell“l’inconscio collettivo” di Jung). Sempre secondo gli studi della Schutzenberger “è come se tutti noi fossimo in una matrice, che genera, come uno stampino, permettendo la ripetizione di comportamenti e di immagini”. Le nuove teorie della fisica forniscono molte ipotesi su come si potrebbero ripensare i concetti di spazio e tempo, ma al di là del motivo e del modo, che ancora non sono stati identificati  e provati, pare, per riassumere, che si possa verificare il ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione, a volte dando addirittura vita ad un fenomeno detto Sindrome da anniversario (quando unevento, in una generazione, si verifica nella stessa data, oppure, per il singolo soggetto, alla stessa età di un avo al verificarsi dell’evento primario cui il secondo evento è agganciato. Es: stato ansioso in una nipote nei giorni in corrispondenza della tragica morte nel nonno in guerra trent’anni prima). In poche parole è come se ci fosse una memoria ereditaria degli eventi che si trasmette inconsciamente da avo a discendente e così via, in uno speciale gioco di incastri proprio di ogni famiglia. Secondo il principio delle costellazioni familiari, infatti, ogni famiglia è un sistema a se stante, come una costellazione, dove ogni individuo è allo stesso tempo elemento autonomo (come una stella), ma anche collegato a tutti gli altri..
Questo sistema ha un proprio vissuto, un proprio archivio di credenze, un patrimonio di dolore, di non detto, di irrisolto, di colpe, diferite e di sofferenze che vanno elaborati e lasciati andare, per poterci godere la nostra vita liberi dalle catene del passato, magari grazie a tecniche come lo Psicodramma, le Costellazioni familiari o AGER.
Insomma, per concludere, sebbene non sia assolutamente necessario scavare nel passato proprio o degli avi, a volte può essere molto utile farlo, soprattutto in caso si vogliano sbloccare situazioni inspiegabilmente stagnanti o fermare una “catena di eventi sempre uguali”, perché un determinato evento primario, o persino quel “non detto”, quel segreto taciuto a tutti i discendenti per vergogna che rappresentano simbolicamente“una grande X” per la nostra famiglia, sono proprio il posto dove scavare…

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