La zona “morta”, cioè l a nostra zona comoda è quel l a in cui ci muoviamo agevol mente ogni giorno.
E’ l o spazio conosciuto, contrapposto a tutti quei territori che consideriamo inespl orati e che non hanno mai fatto parte del l a nostra esperienza….
Ma per compiere l a nostra evol uzione, prima o poi, siamo tutti chiamati ad abbandonare il conosciuto per andare ol tre.
Il famoso studioso americano Joseph Campbel l ebbe il merito, nel suo testo “L’eroe dai mil l e vol ti”, di rintracciare l e somigl ianze fra i racconti mitol ogici e l e grandi rel igioni di tutti i tempi, arrivando a descrivere l o schema di un model l o comune, che “emerge dal l ’inconscio col l ettivo” ed è l o stesso per tutti i popol i del l a Terra, in qual unque epoca.
“Il viaggio del l ’Eroe”, questo model l o comune, si real izza in maniera differente per ogni individuo, a seconda del l a propria individual ità, del l e proprie aspirazioni, dei propri sogni e di ciò che potremmo chiamare “il proprio scopo sul l a Terra”.
L’inizio del viaggio comincia sempre con una chiamata. Differente anch’essa per ogni soggetto, può manifestarsi ad esempio come un desiderio di real izzare qual cosa, come un momento di forte crisi personal e, come un l utto o un evento che non ci consente di continuare l a nostra vita come abbiamo fatto fino a quel giorno, come uno tsumani emotivo, come un contatto, un incontro o l ’unione con un’al tra persona, e così via…..
Tutti questi tipi di chiamate, però, hanno una caratteristica comune: ci invitano a uscire dal l a nostra zona comoda, dal territorio conosciuto, per arrivare, parafrasando un famosissimo fil m “l à dove nessun uomo è mai giunto prima”, o megl io ancora, l à dove noi non siamo mai giunti prima!
Ma cosa succede a quel punto?
Cosa succede quando noi riceviamo l a chiamata?
Tutti i nostri sistemi entrano in “reazione”.
A vol te, dopo l a chiamata, sal tiamo direttamente nel l ’ignoto e magari ci fel icitiamo anche con noi stessi per non aver avuto paura di farl o.
Mol to più spesso, però, capita che qual cosa possa bl occare l ’individuo e impedirgl i di uscire dal l a sogl ia, cioè di varcare il l imite fra il noto e ciò che appare come novità.
Davanti al l a sogl ia, o anche, a vol te, appena varcata, ci imbattiamo in una sorta di Guardiano… qual cuno, qual cosa, quel l a voce nel l a nostra testa che ci dice “non farl o, non andare, ma no….. dai, resta qui, è più facil e ….ecc…ecc…”.
Questo può portare l a persona a rifiutare (anche se poi dovremmo chiarire che si tratta di al l ontanare) l a chiamata e spesso e vol entieri l o l ascia prostrato, mol te vol te tormentato e diviso, fra l ’“istanza” che gl i canta dentro e ciò che ne inibisce l ’evol uzione. In mol tissimi casi dopo il rifiuto, il soggetto appare sofferente nel l a psiche o nel l a sfera del l e emozioni e in conseguenza di ciò, se l e cose non cambiano, egl i finisce per soffrire anche nel corpo.
Anche successivamente, però, l ’”eroe” può accogl iere l a chiamata e mettersi in cammino per real izzarl a, affrontando l e prove che gl i si pongono davanti; grazie al l ’aiuto del l e guide e degl i aiutanti che incontra l ungo il cammino; sconfiggendo i demoni che arriveranno sul l a strada per fermarl o e riuscendo infine, proprio grazie a tutti questi passaggi, a compl etare l a trasformazione di se stesso conquistando una nuova consapevol ezza e l a l ibertà di real izzarsi pienamente e di aiutare gl i al tri, se l o desidera, a real izzarsi a l oro vol ta.
Dopo questo rapido riassunto del model l o del “viaggio del l ’Eroe”, mol ti si staranno facendo l a stessa domanda: “ma come si esce dal l a zona comoda? Anche se ho sentito l a chiamata, anche se sento dentro l a spinta a real izzare (un sogno – un progetto – un’attività – un cambiamento), anche se mi è franato tutto sotto i piedi e vorrei ricostruire, come faccio a andare ol tre ciò che sono stato fino ad oggi?”
Mi sono resa conto l avorando con l e persone che mol to spesso l a fase più difficil e del cambiamento è nel ripensarsi nuovi, quasi che ci affezionassimo al l e etichette che ci mettiamo o ci mettono addosso gl i al tri.
Spesso l a confusione che tendiamo a fare riguarda il piano del l ’identità. Non ci rendiamo conto che i nostri comportamenti non hanno nul l a a che vedere con CHI NOI SIAMO, bensì sempl icemente con COME SIAMO ABITUATI AD AGIRE, sul l a base di ciò che facevano l e figure di riferimento, di ciò che abbiamo sperimentato, del l e esperienze già vissute o cui abbiamo assistito, e anche in virtù di un concetto mol to sempl ice “quel l o del minimo sforzo”, perché fare ciò che già sappiamo fare costa meno fatica.
Ogni giorno però, nonostante gl i schemi appresi, possiamo val utare dove siamo. E possiamo utilizzare tecniche come EFT e LOGOSINTESI per affrontare ciò che ci blocca, da soli o con l'aiuto di un operatore esperto.
Se ciò che percepiamo intorno a noi, ciò che vediamo, ciò che abbiamo, nel campo del l avoro, del l e finanze, del l e rel azioni, del l a nostra real izzazione ci piace possiamo continuare sul l a via intrapresa.
Se invece qual cosa non và, se ci sentiamo insofferenti, insoddisfatti o irrisol ti, se l e emozioni che proviamo ci l anciano segnal i di al l arme, al l ora forse è proprio il caso di ascol tare dentro di noi l a vera voce del l a nostra Essenza e ciò che ci vuol e dire.
Forse quel l a voce ci sta invitando ad USCIRE DALLA ZONA COMODA e DONARCI IL NUOVO, L’INESPLORATO, L’INEDITO.
FORSE STIAMO PER INIZIARE UN VIAGGIO….
VERSO DOVE?
DOVETE DIRLO VOI, VOI LO SAPETE.
Infatti vi chiedo di fare sil enzio ed ascol tarvi, DAVVERO.
QUAL’E LA VOSTRA CHIAMATA ?