15 maggio 2012

E se per caso.....

Lo so, si vede, mi piacciono molto i puntini di sospensione, mi danno l'idea che ci possa essere sempre un momento di riflessione, in cui ognuno di noi ferma tutto, ma non per "scendere da un mondo sbagliato", come diceva ironicamente la piccola Lucy nei Peanuts, bensì per guardarlo più in profondità, il mondo... E se non gli piace iniziare a cambiarlo! Oggi mi sono ritrovata davanti un paio di momenti di quelli critici. Quei momenti in cui le cose non vanno come vorresti e, siccome stai vivendo un copione già visto, la tua pazienza rischia di esplodere in tempi brevissimi, perché ti chiedi "come mai di nuovo?" e la rabbia si amplifica, grazie a questa semplice domanda. Ebbene, tanti passi dietro le spalle mi hanno portato in dono una teoria che ho abbracciato, perché ne ho verificato la solidità sulla mia pelle. Questa teoria dice che ogni volta che abbiamo una reazione essa non e' mai giusta o sbagliata, ma semplicemente adeguata o meno alla situazione che stiamo vivendo, e se noi non siamo radicati nel presente, quasi sicuramente sarà sproporzionata in eccesso. Mi spiego. Dentro di noi ci sono dei meccanismi biologici essenziali, in azione ventiquattro ore su ventiquattro per consentirci la sopravvivenza. Uno di questi e' quello che ci permette di apprendere attraverso gli esempi, le esperienze, ciò che ci viene detto dalle figure di riferimento...ecc. Apprendere che mettendo una mano sul fuoco mi faccio male e' fondamentale, e che i miei genitori possano tramandarmi la lezione oralmente senza che io mi bruci per capire, dato che altri esseri umani hanno già fatto la stessa scoperta, risulta essere non solamente proficuo, bensì ultra economico, perché mi risparmia tempo ed energia. Ora, la difficoltà, o meglio la sfida che ci troviamo ad affrontare spesso, e' che molte volte, quando un evento ci risulta difficile da gestire e proviamo dolore in conseguenza ad esso, introiettiamo uno schema che può non risultare sempre utile. Se e' vero che il fuoco brucia sempre e va sempre maneggiato con attenzione, non e' altrettanto vero per esempio, che se sto vicino al fuoco mi brucerò per forza. Se pero' una volta che ero vicino al fuoco mi sono avvicinato troppo, mi sono ustionato, ho fatto un mese di ospedale e ho sofferto enormi dolori può essere che io, non riuscendo a gestire l'evento doloroso, abbia radicato una fobia anche nei confronti di un accendino, e ogni volta che vedo qualcuno accendersi una sigaretta scappi a gambe levate, non riuscendo più a condurre un'esistenza normale. Questo non e' più ne utile ne economico, bensì solo limitante, ed avviene perché una parte di me e' rimasta congelata nel passato ed e' ferma al momento del "trauma". Ogni volta che un qualunque elemento dell'ambiente mi rievoca l'esperienza traumatica io non sono più nel presente, ma torno nel passato con la memoria e reagisco con la carica emozionale di allora. Questo avviene in molti modi. Per esempio può succedere che una volta il nostro capufficio ci abbia convocato per farci un richiamo, che abbia urlato e che in conseguenza ci siamo sentiti feriti dalle sue parole e dal suo modo di fare. Oggi può essere che ogni volta che il capo ufficio ci chiama noi cominciamo a sudare freddo e tremare all'idea di rivivere la stessa esperienza, perché una parte di noi, ferma nel passato, si riattiva al solo suonare del telefono quando vediamo il numero del capo lampeggiare. Ebbene, ci sono un sacco di metodi per sciogliere queste memorie limitanti, scongelando le parti di noi rimaste intrappolate in esperienze dolorose già vissute e riportando interamente in nostro possesso l'energia che abbiamo ceduto. Fra le prime mi vengono in mente Eft e Logosintesi, ma anche altre come la psicosomatica, la terapia verbale ecc. Anche se mi riprometto di scrivere un articolo su queste tecniche prestissimo, e nel frattempo e' possibile per tutti leggerne e approfondire nei siti italiani dedicati a queste discipline, oggi mi sono detta che può già essere un primo e utilissimo passo cercare di fermarsi a riflettere prima di reagire. Quando l'evento che stiamo vivendo ci fa montare dentro una forte emozione, come odio, rabbia, tristezza, soprattutto se ci troviamo a gestire una "vocina" nella testa che sussurra "DI NUOVO.........." penso che la prima cosa che possiamo impegnarci a mettere in pratica sia regalarci "tre puntini di sospensione" fra ciò che sta succedendo e qualunque gesto ci venga in mente di fare. A quei puntini, ve lo assicuro, potete sovrascrivere molte cose, in primis una domanda molto semplice da fare a voi stessi: "E se per caso ci fosse un altro modo di guardare questa faccenda?", oppure "E se per caso quello che vivo mi volesse comunicare qualcosa?" Ho sperimentato personalmente che fermarsi un momento ha la grande utilità di darci il tempo di osservare l'emozione e distaccarci da essa. Inoltre chiedersi se c'è un'altra prospettiva più utile da cui guardare le cose, se fatto con intenzione sincera, potrebbe anche portare delle risposte che magari, in prima battuta, non ci saremmo mai aspettati.

13 maggio 2012

Un milione di scarpe

Oggi, che è la festa della mamma, e mi sono confrontata con tante differenti generazioni di mamme, mi fa piacere tornare con la memoria ad un dialogo avuto con il mio padre spirituale tanti anni fa. Ricordo che gli stavo dicendo che non vedevo l'ora di arrivare..... e lui mi interruppe commentando "ma benedetta ragazza, arrivare dove? secondo te si arriva davvero da qualche parte, se non per ripartire di nuovo?" Oggi, che sono sia figlia che mamma, sia allieva che maestra, sia amata che amante, mi ricordo di quelle parole con grande gioia. Penso davvero che avesse ragione lui. Tutti noi veniamo su questa Terra per fare un particolare percorso, che è solo nostro. E quasi tutti noi, alla fine della nostra incarnazione, potremmo, guardando indietro, perdere il conto delle scarpe che abbiamo consumato.Ovviamente intendo sia scarpe reali che immaginarie, perchè la vita è movimento e se siamo vivi ci muoviamo, in senso fisico, ma anche in senso lato...ogni volta verso un nuovo obiettivo, ogni volta verso una nuova scoperta, ogni volta verso un nuovo livello di consapevolezza, finendo per consumare molte scarpe. Così sto facendo io e così hanno fatto mia madre prima di me e sua madre prima di lei....Tutto ciò che incontriamo nella vita, infatti, sia esso motivo di gioia, o da noi visto come doloroso, non serve ad altro che a farci andare avanti lungo il nostro sentiero, un passo dopo l'altro........ per realizzare il nostro scopo. Magari, a volte, siamo così presi dall'idea di dover arrivare da qualche parte che camminiamo in fretta, ci stanchiamo, ci fermiamo indispettiti, ci rialziamo, prendiamo la rincorsa, ci viene voglia di mollare tutto ma poi ripartiamo. Magari, in certi casi, proprio non sappiamo che pesci pigliare. Magari qualche volta ci scordiamo di stare attenti al sentiero perchè guardiamo solo avanti, oppure continuiamo senza sosta a voltarci indietro.... ma il vero rapimento, la vera bellezza, la vera gioia, li incontriamo solo quando riusciamo a radicarci nel presente e a goderci, in ogni punto del percorso, esattamente dove siamo, come siamo, con chi siamo, oppure, se sentiamo che ciò non è possibile, ci riscopriamo finalmente liberi di cambiare tutto, se ciò che vediamo non risuona con la nostra anima, con la nostra Essenza più profonda..... Ebbene, il mio augurio, per ognuno di voi, è che riesca a consumare fino in fondo il paio di scarpe che ha in questo momento, godendosi ogni più piccolo dettaglio del viaggio, perchè credo che alla fine non ci importerà davvero quale sia stata la nostra meta, quante volte l'avremo cambiata o se davvero l'avremo raggiunta, ma quanto avremo saputo trarre da ogni singolo passo...


8 maggio 2012

Fare o non fare???


Ho come la sensazione che a volte si debba prima di tutto imparare a distruggere, per poi poter ricostruire…. Lo so, lo so, la parola distruggere non è bellissima, ma rende abbastanza bene l’idea di ciò che intendo. Non penso certo ad un atto di violenza, bensì ad un atto di coraggio. In questi giorni ho visto persone rifiutarsi di prendere una decisione. Ma non scegliere è già una scelta. Non giusta, non sbagliata, non siamo qui per giudicare. Però è una scelta. E’ la scelta che porta al mantenere lo stato delle cose senza fare nulla per cambiarlo. Salvo poi dire “era inevitabile che andasse così”. Ebbene, io non sono d’accordo con la “non scelta”. Non sono d’accordo perché ci sono passata e mi rendo conto, ora, con il senno di poi, di quanto fossero le mie paure, i miei schemi mentali e i miei personali “incubi e deliri” a tenermi per il bavero della maglietta. La verità poi, è che non scegliere, non cambiare, non agire, ci mette nella posizione comoda di vivere ciò che si conosce, avendo in più il bonus (vantaggio) di poterci lamentare di ciò che non và. Così almeno ci sentiamo compresi. Quando infatti usciamo fuori e diciamo agli altri, siano essi amici, vicini, parenti o semplici sconosciuti, cose come “eh sa com’è, il governo è così e resta così…. – la malattia mi è venuta e mi tocca tenerla… - non sa che angoscia con mia moglie, ma stiamo insieme, ormai, che vuole che faccia…- sono i giochi della politica, non cambieranno mai.” ci prendiamo il nostro posto nel mondo delle “vittime”, ci ritagliamo un ruolo, un riconoscimento, otteniamo perfino qualche “poverino” che mai guasta per farci sentire compresi……e in più ci togliamo dalla bruttissima posizione che hanno le persone di potere….. quella posizione che si traduce in una semplice frase che vi regalo tanto per scrollarvi un po’: “se io posso cambiare le cose che non mi piacciono allora si presume che prima o poi io mi alzi dalla sedia per farlo”. Dunque, dicevamo che ci sono passata…. Proprio così. Sono stata anche io una campionessa del quieto vivere. Non osavo cambiare le cose che non amavo e mi ripetevo che tutti i miei guai erano esterni a me. Mi sentivo intrappolata e incapace di cambiare gli eventi. Finché non mi sono detta che forse, dopotutto, sarebbe stato più fruttuoso usare la logica e fare una lista. Anzi due. Allora se pensate di essere fra quelle persone che si ritrovano a dire “ah ma la cosa X è così e io non ci posso fare nulla perché va così/è andata così e non posso proprio intervenire” vi do un suggerimento. Chiedetevi se è vero. Fate una lista di tutto quello che non vi piace. Fate una lista di tutto ciò che non volete, che cambiereste, che vorreste diverso. Poi, per ognuno degli elementi messi nella prima lista fate un elenco di possibili passi che potete fare per cambiare le cose. Anche se sono  piccoli, anche se sono minuscoli, anche se vi sembrano insignificanti, stupidi o inutili fate una lista di passi concreti e reali che potete fare in un tempo che va da subito ad un settimana. Mi raccomando però, devono essere passi concreti e reali e devono dipendere solamente da voi. Vi faccio un esempio. Immaginate di avere un lavoro che odiate. Un capo che vi sta antipatico. Un ruolo che non vi soddisfa. Nella lista numero uno mettete “IL LAVORO”. Nella lista numero due mettete cose come:
1 scrivere un curriculum
2 parlare con il capo per farmi dare un incarico migliore
3 parlare con la collega per vedere se possiamo scambiarci dei compiti
4 iniziare a guardare su internet nuove offerte di lavoro
5 parlare con il capo per aver un confronto costruttivo e reimpostare le cose.
Una volta messe nero su bianco delle opzioni concrete di cambiamento potreste rendervi conto per la prima volta che non avete mai messo mano al piccone, per smantellare quello che non và, solo perché non vi eravate resi neppure conto che era in vostro potere farlo.
Spesso è utile imparare a “distruggere” le nostre idee su noi stessi e sul mondo, per poi essere in grado di costruirne di nuove.

6 maggio 2012

Sai perchè?

In questo periodo chi mi sta vicino mi sente spesso ripetere che "la vita è molto saggia, a volte molto più saggia di noi". Ovviamente quando dico questo intendo, molto semplicemente, che noi a volte ci fermiamo in gabbie che sono vere solo nella nostra mente, ma ci impediscono di progredire, mentre l'Essenza persegue il suo scopo ultimo in tutti i modi possibili e ci offre costantemente occasioni fantastiche per evolvere, anche quando non le vogliamo vedere. Oggi la Vita mi ha offerto l'occasione di ricollegarmi con le mie motivazioni più profonde e approfittare per condividerle con tutti. Questa mattina un mio amico è entrato nella mia pagina facebook e dopo aver visto le foto del mio ultimo corso di EFT mi ha scritto il sms che riassumo di seguito "Ciao, io e te dobbiamo parlare, devo capire perchè, perchè!!?? Cosa ti spinge ad un corso di Andrea Fredi!!?? (non ci sono critiche verso l'insegnante ma dubbi sul mio percorso con le tecniche di auto-aiuto e psicologia energetica - ndr) L'importante è che tu sia felice, ma dobbiamo parlare.....devo capire." Bene. Dopo aver letto il sms ho sorriso. Sorriso di cuore. Poco più di due anni fa, prima del CORSO BASE, avrei risposto "la disperazione, ovviamente". Ero arrivata al punto di rottura. Rivivevo per l'ennesima volta un dramma simile a tanti già vissuti, perchè, come ben chiarisce Marlo Morgan nel suo "Venne chiamata due cuori": la lezione, finchè non è superata, si ripresenta sempre. Stavo attraversando il classico momento in cui tutto ti sembra così nero che saresti disposta a provare qualunque cosa, anche cose cui prima non avresti dato il minimo credito..E proprio allora ho incontrato Eft (invito tutti a scaricare Il codice del benessere di Andrea Fredi dalle risorse gratuite a fondo pagina per avere un primo approccio con questa tecnica). Beh, per fortuna, come mi disse proprio in quel primo corso Andrea Fredi (Insegnante ed esperto di EFT e di AGER. Insegnante di LOGOSINTESI Base per l'Italia ed il Canton Ticino. Operatore PET (Provocative Energy Techniques) Operatore Quick Remap) EFT  funziona, indipendentemente dal fatto che ci si creda o no. E apprendere una tecnica di liberazione emozionale da poter utilizzare in piena autonomia tutte le volte che mi sono trovata di fronte a problemi di natura fisica, emozionale, o mentale è stato il primo passo del mio cambiamento.
Il primo passo verso la consapevolezza che, per parafrasare Neal Donald Walsch in "Quando tutto cambia, cambia tutto", quando capita qualcosa che ci spacca e ci sconvolge, quando capita qualcosa che non ci aspettiamo, quando qualcosa non è più come prima e in definitiva non è più come lo vorremmo (oppure non lo è mai stato), quando ci sentiamo smarriti, quando stiamo soffrendo e non importa perchè, NOI POSSIAMO CAMBIARE TUTTO. Soprattutto possiamo cambiare il nostro modo di affrontare le cose. Possiamo cambiare  e scegliere come cambiare, perchè nessun evento è buono o cattivo e nessuna reazione è giusta o sbagliata, bensì ci sono semplicemente degli eventi cui seguono le nostre reazioni che sono proporzionate oppure, per svariati motivi, non adeguate all'accaduto. Ebbene, anche se non starò qui a riassumere il mio percorso in questo particolare post c'è una cosa che voglio dire, al mio amico e a tutti gli altri che leggeranno. Sai perchè continuo? Sai perchè non ho più smesso? Sai perchè sono diventata una operatrice nelle tecniche di psicologia energetica, e sono in procinto di diventare un Coach e consulente qualificata? Perchè sono felice. Perchè ho cambiato il mio modo di vedere le cose. Perchè ho studiato e provato e sperimentato su me stessa con costanza e dedizione e mi pare di poter trarre alcune conclusioni, dalla mia esperienza, che scrivo qui, perchè magari potranno servire anche ad altri, anche se sono frutto di un percorso del tutto personale:
In ognuno di noi ci sono tutte le risorse che gli servono per affrontare al meglio la propria esperienza su questa Terra, anche se a volte non siamo in grado di vederle o ci sembra di averle perdute.
La vita tende all'equilibrio.
Il primo principio della vita è il movimento e il movimento porta sempre ad un cambiamento.
Nessun cambiamento è buono o cattivo in sè, tutto dipende da come decidiamo di viverlo.
La sofferenza, che spesso accompagna i cambiamenti, non è assolutamente utile perchè dipende da una reazione inadeguata ad un evento.
Quando tutto cambia, possiamo decidere di cambiare tutto e "senza rimpianti nè desideri", aprirci alla Vita perchè essa ci conduca.  
Il nostro pensiero crea e, proprio come ci ripetono i vangeli, ma anche moltissimi altri testi religiosi e filosofici di tutte le epoche, l'universo/Dio/l'Essenza o qualunque sia la cosa in cui crediate risponde secondo la nostra volontà/il nostro pensare.
Essere felici costa meno energia che essere infelici...
Ansiosa di espandere con tutti i lettori questi e altri concetti nei prossimi post chiudo qui.... ma ripeto la mia risposta come un augurio, perchè spero di poterla sentire prima o poi da tutti quelli che incontro.
Sai perchè faccio quello che faccio ogni giorno?
Perchè sono felice!
Vi